martedì 29 dicembre 2015

TRA UOMO E CANE E’ AMORE AL PRIMO SGUARDO

Da un articolo di Elisa Buson apparso sulla Gazzetta di Parma.

TRA UOMO E CANE E’ AMORE AL PRIMO SGUARDO

Una ricerca dimostra come il contatto visivo accenda ormoni e sentimento


Cane e padrone si guardano con gli occhi dell’amore, proprio come fanno madre e figlio. Il forte legame che li unisce passa infatti dallo sguardo: il contatto visivo genera nel cervello di entrambi un’impennata dell’ormone dell’amore, l’ossitocina, con un meccanismo molto simile a quello che rafforza il legame affettivo tra madre e figlio. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori giapponesi coordinati dal biologo Miho Nagasawa dell’Azabu University.
Il loro studio, che conquista la copertina di Science, svela che il cane è diventato il migliore amico dell’uomo imparando a guardarlo negli occhi, imitando cioè un comportamento tutto umano.
Ma non solo: i risultati della ricerca aprono nuovi orizzonti anche per quanto riguarda la “pet therapy” e in particolare l’uso dei cani nella riabilitazione delle persone autistiche o affette da sindrome post-traumatica da stress.
Per scoprire le radici biologiche dell’amicizia tra uomo e quattro zampe, i ricercatori hanno osservato per 30 minuti il comportamento di 30 cani (15 femmine e 15 maschi di ogni razza ed età) con i loro proprietari (24 donne e 6 uomini), documentando ogni genere di interazione (visiva, tattile o vocale) tra le due specie. Al termine dell’esperimento sono stati misurati i livelli di ossitocina nelle urine di cani e umani, confrontando i valori con quelli registrati prima dell’esperimento. Dai risultati è emerso che più è prolungato il contatto visivo tra cane e padrone, più aumenta l’ossitocina nel cervello di entrambi.
Per capire se esistesse una relazione di causa-effetto, i ricercatori hanno fatto un secondo esperimento spruzzando l’ossitocina direttamente nel naso dei cani, lasciati poi liberi di avvicinarsi al proprietario come ad altre persone estranee. Gli effetti sono stati subito evidenti: i cani di sesso femminile hanno risposto all’ormone dell’amore aumentando il tempo trascorso fissando lo sguardo del padrone.
A distanza di 30 minuti, l’ossitocina è aumentata anche nel cervello dei loro proprietari, rendendo così evidente l’effetto a catena.
Questa “corrispondenza di amorosi sensi”, però, non è innata, ma si è sviluppata nel corso dell’evoluzione. I ricercatori lo hanno scoperto sottoponendo agli stessi esperimenti alcuni lupi allevati dall’uomo: nessuno di loro ha mai mostrato comportamenti simili a quelli osservati nei cani. Ciò potrebbe significare che questo meccanismo biologico di attaccamento si è sviluppato contemporaneamente nell’uomo e nel cane nel corso della loro millenaria convivenza.



Ovviamente, chi ha una relazione con il proprio cane, conosce perfettamente ciò di cui parla l’articolo perché lo sperimenta ogni giorno, non ha bisogno di prove scientifiche,  casomai in questo caso la scienza conferma il suo “sentire”, ma per altre persone, per chi ha bisogno invece di sapere come stanno le cose prima di sperimentarle  siccome siamo tutti uguali ma anche unici e diversi o per chi è più tecnico, può trovarlo interessante e utile. Tenendo ben presente che con qualsiasi cane possiamo stabilire questa “connessione”. Il pedigree non è richiesto. Neppure per il propietario.




“Inaspettatamente sei arrivata, inaspettatamente sei andata”

Siamo alla fine di giugno del 2014.
Non sei ancora venuta alla luce, sei ben protetta e al sicuro insieme alle tue due sorelle nella pancia della mamma che insieme al tuo (presunto) papà ritrovo, presumibilmente abbandonati, e decido di portare a casa con me, dove ci attende Sunu, che accoglierà e “sopporterà” con pazienza tutti quanti.


Nessuno li reclama, nonostante innumerevoli annunci e appelli.
Ovviamente, non hanno medagliette ne’ microchip, solamente due collari fatti con il fil di ferro.
Più passano i giorni, più mi sembra di notare un “leggero ingrassamento” di Nina, che di lì a poco rivelerà la sua vera natura, cioè tre splendide cucciole che la dolce Nina partorirà dopo venti giorni.
Un dono inaspettato.
Commozione, gioia e poi ancora gioia, commozione e una nuova esperienza di vita tutta da vivere che mi attende, non senza un po’ di timore.
Ma “qui e ora” devo organizzare, sistemare, pensare a come nutrire al meglio Nina. Ogni cosa a suo tempo.
Io mi prendo cura di mamma Nina, mentre lei amorevolmente si prende cura di voi, aiutata anche da papà Brando, che interviene nell’accudimento dimostrandosi un perfetto “mammo” tanto da risultare commovente al vederlo.
Ti battezzo Trippa fin quasi da subito; è la tua pancia rotonda ad ispirarmi questo nome oltre al fatto che sei grande quanto le tue due sorelle insieme.



Arriva anche il tempo di selezionare i candidati alla vostra adozione.
Ma tu no, Trippa, tu rimarrai qui con la tua mamma, il tuo papà, la “zia” Sunu e me.
Inizia la nostra relazione, le giornate al campo addestramento con gli educatori che tu ogni volta ricopri di baci e che mi insegneranno il modo corretto di comunicare con te, le giornate in ricerca, la socializzazione con gli altri cani.
E la sera mi cerchi, vuoi venire a dormire con me e io ti metto una mano sotto il culetto per aiutarti a salire sul letto e coccolarci a vicenda.
E la mattina, appena sveglia, mi riempi di baci, entusiasta come me per la nuova giornata che ci attende.
E’ una gioia per me prendermi cura di te, vederti crescere felice, giocare, divertirti, stare bene.
Il tempo scorre…

   

Sono gli inizi di dicembre c.a., esattamente il giorno prima del mio compleanno.
Avevo programmato una gita al mare in cinque.
Ma le cose dovevano andare diversamente; quel giorno ad attendermi era il mare delle mie lacrime e la fine della nostra relazione.
La vita ci dà, la vita ci prende, a ricordarci che nulla è nostro. Nemmeno tu, mia dolce e vivace Trippina, lo eri. E’ una legge di natura con cui ho già fatto i conti altre volte ma, si sa, a volte i conti non tornano, non come vorremmo noi.
Ore, giorni, settimane a vivermi il dolore, mentre la mia vita non cessa di intrecciarsi con la vita delle persone che ti hanno conosciuta e che mi hanno aiutata nell’accudirti quando ne ho avuto bisogno, persone che mi fanno sentire il loro calore umano e la loro presenza, con un abbraccio, uno sguardo, un silenzio,  un messaggio, una telefonata, un aiuto concreto, una parola,  una spalla su cui piangere e riposare un po’.
Amici di lungo o di breve corso, Grazie!
Nei giorni immediatamente dopo la scomparsa di Trippa, Nina, Brando e Sunu erano particolarmente “presenti” con una insolita calma e silenzio.
Ricordo una canzone che diceva: “Hai asciugato le mie lacrime” ed io a queste parole posso aggiungere: “Hai leccato le mie lacrime”.
Grazie, toponi!.
Ora riposi nella culla che amici dal cuore grande e mani amorevoli hanno costruito per te.

Grazie di tutto Tesoro! 


Mi manchi….tanto.